Anche uno spazio può essere doloroso – Cambiare o non cambiare un ambiente per superare una perdita

Lasciando uno spazio che vivi per molte ore la giornata, sia esso una casa, o un ufficio, senza cambiare nulla dà sicurezza, dà l’apparente convinzione che, una volta varcata la soglia non solo gli arredi siano nella medesima posizione, ma anche le persone non se ne siano mai andate.

Un ambiente può restare inalterato con lo scorrere del tempo, almeno per quanto riguarda la disposizione dei mobili, ma non si può dire lo stesso delle persone. Le persone se ne vanno, anche se facciamo di tutto per trattenerle, colpa a volte di un destino crudele che decide per loro.

Quando soltanto lo spazio è rimasto lo stesso, nonostante lo scorrere dei mesi, degli anni, ma coloro che rendevano bello viverli hanno lasciato questa vita, quegli stessi ambienti diventano dolorosi. Proprio così, uno spazio può essere doloroso, perché il tutto amplifica la mancanza di chi non c’è più.

Basta solo spaziare con lo sguardo da un arredo all’altro per far partire il tasto play dei ricordi e avere l’impressione che quella persona cara sia ancora lì, chiudere gli occhi non serve.

Se fatichi a trascorrere tempo in un luogo che riecheggia di ricordi, potresti cambiarlo un po’, se preferisci stravolgerlo.

Per anni mi sono limitata a lasciarlo esattamente com’era, perché non avrei saputo dove immaginare chi ora mi guarda dal Cielo. Poi col tempo ho deciso di arricchirlo un po’, rendendolo in qualche modo un po’ diverso.

Nonostante i cambiamenti il dolore non si è attutito del tutto, ho solo imparato a conviverci.

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